Purtroppo, lo avevamo detto.

Purtroppo, lo avevamo detto.

Ciò che stiamo leggendo sugli organi stampa spagnoli e italiani in questi giorni, in relazione all’indagine del giudice istruttore di Madrid su 500 titoli di Laurea che sarebbero stati conseguiti in modo irregolare presso l’Università Rey Juan Carlos, non è una novità.

Già nel Giugno 2016 (clicca qui per leggere l’articolo) ci ponevamo delle logiche e semplici domande:

  1. Come è possibile che fosse consentito di immatricolarsi ad un titolo di Laurea estinto?
  2. Qual è il presupposto normativo che lo consente?
  3. Perché tutte le altre università spagnole interpellate nel merito della questione negano de tale processo sia legale?
  4. Perché il nome dell’Università pubblica che erogava detto percorso veniva tenuto segreto?

A queste e ad altre domande che ponemmo nel nostro Blog, adesso sta cercando risposta El Juzgado de Instrucción número 40 de Madrid, il quale sta verificando se le convalidazioni del titolo di Laurea italiano in Giurisprudenza alla Licenciatura en Derecho conseguiti nel 2016 presso l’Università pubblica Rey Juan Carlos di Madrid, fossero stati o meno conseguiti regolarmente.

FACT-CHECKING

Il percorso che veniva proposto da alcune società italiane mediante detta Università prevedeva la possibilità di convalidare la Laurea italiana alla Licenciatura en Derecho, ovverosia la Laurea vecchio ordinamento spagnola grazie alla quale sarebbe stato consentito iscriversi come Abogado in Spagna ed evitare sia il Master di acceso alla professione che la successiva prova di abilitazione.

Si trattava di una carriera accademica che in Spagna era in estinzione, motivo da cui nacque il casus belli relativo all’eventualità che fosse ancora possibile per uno studente italiano immatricolarsi a quest’ordinamento didattico, esistendo la possibilità di completarlo per coloro che vi erano già immatricolati.

Secondo il nostro parere, espresso nelle nostre pagine web, uniforme al parere di tutte le Università spagnole pubbliche e private interpellate nel merito, questo non era possibile.

Sempre in giugno del 2016 segnalammo un articolo di un media spagnolo che riportava la notizia della denuncia dell’Observatorio contra la Corrupción di Madrid alla Fiscalia di Madrid, da cui ebbero origine i fatti sopracitati (clicca qui per leggere l’articolo)

In questo momento, data anche la gravità delle accuse, lasciamo volentieri agli organi inquirenti spagnoli il compito di verificare se vi siano state delle irregolarità e di comprovare eventuali risvolti penali della vicenda, laddove sussistano.

L’unico percorso che noi abbiamo sempre sostenuto come legittimo era quello che prevedeva il conseguimento della convalidazione al Grado en Derecho (ordinamento didattico vigente in Spagna), il sostenimento ed il superamento del Master en Abogacia ed infine il superamento della prova attitudinale.

Come ISPE speriamo che questo battage mediatico non vada in detrimento di chi da sempre opera correttamente in questo settore e di chi su questa alternativa, rispettosa delle normative europee, spagnole ed italiane, ha fatto un investimento in termini di impegno, di aspettative ed economico.

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