Come l’ho fatto e come lo farei

Come l’ho fatto e come lo farei

Era il mese di giugno del 1992.

La Commissione d’esame presso la Corte di Appello di Genova pubblicò i risultati degli scritti svolti a dicembre 1991 e per la terza volta vidi infrangersi le mie aspettattive: 30+25+30 = 85 = non ammesso agli orali.

Questa volta non subentrò la “depressione dello sconfitto” bensì la determinazione di non consentire ad altri di continuare a mortificare la mia vita professionale. Decisi quindi di andare a fare l’esame in Calabria.

Già da un paio di anni diversi colleghi del mio Foro avevano maturato la scelta di spostarsi in Calabria per fare l’esame da procuratore e tutti avevano ottenuto il risultato desiderato. Inizialmente avevo rifiutato una tale prospettiva perché mi sembrava, scioccamente, una scorciatoia. Ma la valutazione irridente della commissione mi fece passare ogni remora.

Rispetto a quei colleghi io potevo contare su alcuni amici calabresi che avrebbero potuto darmi la residenza a casa loro ed aiutarmi a trovare un dominus in vista dell’iscrizione all’esame, a quell’epoca la normativa non poneva vincoli di pratica.

Nel dicembre 1992 feci i miei scritti ed ottenni una valutazione complessiva di 110, strano per uno che aveva studiato diligentemente nello stesso modo di sempre…, forse era diverso l’atteggiamento della commissione esaminatrice?

Nel mese di ottobre 1993 superai gli orali ed acquisii l’agognato titolo.

Dal 2007 sono abilitato al patrocinio dinanzi alle superiori giurisdizioni.

Oggi la via meridionale non ha più la serenità di un tempo ed è chiaro che chi vuole fortemente diventare avvocato non può non guardarsi intorno per verificare quali siano le opportunità normative per non restare esposti alla roulette dell’esame italiano, che viene riformato sempre in peggio. La risposta può essere una sola: Spagna

Mio figlio è iscritto al primo anno di giurisprudenza e sa già che il suo percorso professionale vedrà un passaggio in Spagna.

Sia chiaro che non si tratta di una mera scorciatoia, come vuol continuare a pensare chi ritiene efficace un esame, che non ha alcun effettivo collegamento con la vita professionale di un legale, che oggi non può prescindere dall’utilizzo di banche dati aggiornate in tempo reale, altro che eliminare i codici commentati!

Oggi la “via spagnola”, che si compone di riconoscimento parziale degli studi e Master de Acceso a la Abogacia, è una vera e propria opportunità di implementazione professionale, un trampolino di lancio verso il mondo esterno, che non può sfuggire a chi vede il suo orizzonte professionale proiettato verso il futuro.

E’ vero che oggi anche in Spagna si deve sostenere una prova abilitante ma si tratta di una prova soggetta a valutazioni oggettive. Le commissioni di esame non hanno alcuna discrezionalità valutativa.

Hai studiato ottenendo la tua nuova laurea in Spagna, hai studiato conseguendo il tuo Master, hai studiato per affrontare la prova nazionale.
Il titolo sarà la logica conseguenza del Tuo impegno e non il frutto della sorte.

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